L' hammam è un'istituzione popolare tra le più vive in Iran. Il più vecchio che conosciamo è quello del palazzo Taciar di Dario a Persepoli. Quest'invenzione iraniana ha progressivamente sedotto tutto l'oriente. È un luogo di rilassamento accessibile a tutti, che offre molto più del servizio funzionale di un bagno pubblico. I' hammam fa parte della vita di tutti i giorni, dei riti del matrimonio e delle riabilitazione (convalescenza) in una parola, non si va soltanto all'hammam per igiene, bensì per un tipo di rinnovamento del corpo, un modo di purificazione. In realtà, ci si va anche per distrarsi, per trovare amici, chiaccherare. Alcune ore sono riservate alle donne, altre agli uomini.
Vi spogliate, conservando soltanto il "long" grande tessuto rosso che funge da panno per coprire dalla vita alle ginocchia. Il cliente inizialmente si da ad un accutato prelavaggio e quando è pronto, chiama il karégar che si mette a massaggiare con molto vigore, facendo scricchiolare le articolazioni, massaggiando il dorso ed il petto con mano esperta. In seguito, mentre il bagnante riposa su un lato, lo spietato afferra un guanto ruvido e lo riveste di un'argilla speciale, "séfid ab" e strofinando ha il dovere di togliere le pelli morte e le ultime impurità della pelle. Il paziente è allora insaponato con una nouet che schiuma (biancheria nella quale si è messa una sostanza per farla infondere) quindi senza cambiare posto, viene risciacquato con grandi secchi d'acqua molto calda. Si esce dall'avventura riposato e leggero. I maschili si occupano degli uomini, mentre donne si prendono cura della gente femminile. Le madri di famiglia apprezzano in gran parte l'hammam e vi partecipano con tutti i loro figli. Vi restano ore, vi incontrano le loro amiche, si fanno portare del tè e dei dolci e parlano di cose poco importanti senza prendere fiato. Gli hammam si compongono:
- di un ingresso situato in fondo ad un corridoio tortuoso che sembra inserirsi nelle viscere della terra,
- di una sala calda che comprende un serbatoio d'acqua calda ed un serbatoio d'acqua fredda,
- In mezzo all'ingresso, che funge anche da guardaroba, c'è una vasca graziosa con getti d'acqua rinfrescanti.
Purtroppo, gli hammam tradizionali non funzionano più poiché le stanze da bagno li hanno sostituiti. Per conservare la memoria piacevole degli hammam di un tempo, molti di loro si sono trasformati in sale da tè.
Indipendentemente dal circuito scelto, i turisti possono vedere ancora le vestigia dei caravanserragli che delimitano le vecchie strade commerciali nascoste spesso dalle strade attuali. All'epoca achemenide (550-330 a.C.) Dario fondò il primo servizio postale costruendo strade moderne segnate da caravanserraglio che servivono da tappe per i viaggiatori ed i fattori. Se i più vecchi che esistono, sono del periodo sassanide (224-642 d.C.), la maggior parte di quelli che sono ancora esistenti ed in buono stato risalgono al regno di Shah Abbas (1598-1629) che ne ha fatto costruire 999. queste costruzioni, spesso rinforzate, offrivano una protezione efficace contro gli attacchi di banditi. Nella città, fiancheggiavano spesso il bazar in modo da facilitare il trasferimento delle merci direttamente dagli animali ai banchi di lavoro. Si apprezza la calma dei loro piccoli corsi, decorati da un piccolo bacino a getti d'acqua delimitato da alcuni alberi.
Alcune città desertiche come Kerman mettono al sicuro dei resti di yakhdan (ghiacciaia) che sono in un mattone cotto. Sono ovali e sepolte a metà. Accanto ad ogni ghiacciaia, ci sono grandi pareti per ombreggiare i canali poco profondi che si trovano ai loro piedi. I giorni dove la temperatura scendeva al sotto lo zero, si metteva l'acqua nei canali e quando era congelata sotto l'effetto del freddo si trasferiva i blocchi di ghiaccio nella ghiacciaia per conservarli durante l'estate. A volte anche, si premeva la neve per fare il ghiaccio.
L’altopiano iraniano è uno dei più vecchi focolari della civiltà umana. È nel 6° millennio a.C. che si forma una civiltà urbana nell’Iran.Verso il 2000 a.C. gli Ariani d'origine indoeuropea, si stabilirono nel paese e sottomisero le tribù autoctoni. Arrivarono dalle pianure meridionali della Russia. Fra loro,i Medi si insediarono ad ovest, i persiani a sud-ovest e Parti a nord-est. Lo stesso nome dell'Iran è quello degli Ariani, conservato dopo l'arrivo di quest'ultimo. Significa "nobile, di stirpe pura".
Nel 612 a.C.i Medi (708-550 a.C.) misero fine all'esistenza del regno dell'Assiria e fissarono la loro capitale ad Hamedan. Per circa un secolo e mezzo, le frontiere del paese si estendevano dall'Afganistan alla Turchia e dall’Oxus al Digre.
Nel 550 a.C. i persiani superando i Medi fondarono, sotto la guida di Ciro il grande (558-529 a.C), il primo impero persiano chiamato achemenide (550-330 a.C.) che ebbe il suo massimo splendore sotto il regno di Dario il grande (522-486 a.C), estendendosi dalla valle del Indus alla Grecia, dall'Asia centrale all'Africa del nord-est. Allora, Dario fondò il primo servizio postale costruendo strade moderne con dei caravanserragli che avevano lo scopo di tappa di riposo per i viaggiatori ed i fattori. Fondò dei porti nel Golfo Persico e completò lo scavo del canale di Suez. Nel suo apogeo, la civiltà achemenide è diventata come una delle più brillanti della storia. I palazzi di Persepoli sono i capi dell’opera di questa civiltà.
Dopo la conquista della Persia da parte di Alessandro il grande (336-323 a.C), la dominazione dei suoi successori,i Seleucidi macedoni (330-250 a.C), dura poco in Persia ma le sue acquisizioni sul piano culturale ed artistico furono considerevoli. Infatti la capacità dei persiani di assimilare i contributi degli invasori da un lato ed arricchirli dall'altro, ha preparato l'espansione della civiltà ellenica.
Verso il 250 a.C. i Parti si insediarono nel nord-est, fondarono l'impero dello Arsacidi (250 -224 d.C.).I Parti affrontarono un avversario di statura, Roma. Durante quasi tre secoli,i romani ed i Parti si abbandonarono ad una battaglia per ottenere il controllo della Mesopotamia, della Siria e dell'Armenia il cui risultato non fu mai decisivo. All’interno, il regime dei parti è caratterizzato dalla persistente influenza ellenica e dalla debolezza del potere reale davanti alla grande nobiltà.
Nel 224, i sassanidi (224-642), dopo avere sconfitto i Parti crearono il secondo impero persiano, fortemente centralizzato e gerarchizzato, che fu per Roma e Bisanzio un avversario molto pericoloso e deciso. La lotta contro quest'ultimi fu segnata da grandi successi militari. I sassanidi ristabilirono quasi le vecchie frontiere achemenidi. Svilupparono la piccola industria e l'urbanizzazione ed incoraggiarono il commercio nel Golfo Persico. Con le loro caratteristiche nei settori politico, sociale e culturale, l'era sassanide fu una delle ere più potenti e più maestose della storia dell'Iran. Di quest'epoca, resta una grande eredità culturale e molti monumenti storici.
Sotto i sassanidi, lo zoroastrismo diventò religione di Stato, che si sostiene sul clero dei magi.I sovrani sassanidi, spesso in lotta contro l'aristocrazia, furono alle prese con una casta religiosa abituata ad inserirsi negli affari del governo. Durante quasi quattro secoli, le guerre straniere e le lotte interne esaurirono l'impero sassanide. Quando i primi attacchi degli Arabi iniziarono nel 633, la Persia si trovava considerevolmente indebolita.
Nel 642, il potere sassanide fu definitivamente spezzato dagli Arabi (642-945). Un nuovo periodo cominciò allora per l'Iran, causando profondi cambiamenti sociali, politici e religiosi. La maggior parte degli iraniani si converti all'islam e cercò di propagare tutta la sua cultura arricchendola. Ciò nonostante, gli iraniani non nascondevano la loro opposizione ai califfi omeyadi (661-750), con sede a Damasco.
La sommossa a favore degli abbassidi, fomentata in Iran dal Persiano Abu Moslem Khorassani, trascinò nel 750 la caduta del califfato omeyade ed arriva all'instaurazione di un discendente del profeta, Abol Abbas, come califfo. Il califfato abbasside (750-945) conobbe, sul piano intellettuale, un periodo fasto durante il quale i Persiani svolsero un ruolo di primo piano. Fin dall'inizio del regno abbasside, con sede a Bagdad, gli iraniani erano stati incaricati delle funzioni ufficiali di alto rango alle quali non avevano mai accesso a Damasco e di numerose tradizioni ed abitudini iraniane furono adottate alla corte.
A partire dal 9° secolo, il potere abbasside iniziò a declinare, dal quale i governatori delle province iraniane approfittarono per staccarsi dal potere di Bagdad, flusso di piccole dinastie indigene: Tahiridi (823-873), Saffaridi (871-910), Samanidi (902-999), Ziyaridi (928-1051) e Bouyidi (934-1055). Questo periodo fu chiamato "l'intervallo iraniano".I Buyidi misero fine alla sovranità abbasside della Persia e si impadronirono di Bagdad nel 946. Queste dinastie resistettero all'arabizzazione e si occuparono di fare riapparire la lingua e la cultura persiana, ma nessuno era abbastanza forte per unire gli altri.
Questo periodo si completò con l'aumento della potenza dei Turchi dell'Asia centrale fino a mettere dei militari nelle corti persiane. Approfittarono dell'indebolimento dei governatori iraniani per rendersi indipendenti e fondarono le dinastie dei Ghaznavidi (976-1040), Seljukidi (1039-1128), e Kharazmshahidi (1127-1230). Fra questi,i Seljukidi erano più potenti e costituirono il più vasto impero post-islamico dell'Iran: si estendeva dall'Afganistan alla Turchia e dal lago di Aral alla Palestina. Elessero Isfahan nel ruolo di capitale e riuscirono a creare un'amministrazione centralizzata ed efficace. Sotto i Seljukidi, l'arte, la letteratura e le scienze persiane conobbero un grande splendore e scuole di teologia aprirono allo scopo di propagare la dottrina sunnita dei nuovi regnanti a scapito del chiisme. L'indiscipline dei clan turchi ebbe conseguenze disastrose per l'economia del paese che soffrì per le devastazioni esercitate dai nomadi nelle regioni di produzione.
Nel 1220, l'esercito di Genghis Khan (1167-1227) arrivò in Iran. I Mongoli distrussero tutto l'Iran orientale e numerosi scritti sulle origini delle scienze persiane. I successori di Genghis Khan furono paradossalmente degli attivi protettori dell'arte e della cultura persiana lasciandosi dietro monumenti sontuosi. Ricostruirono anche il paese e svilupparono il commercio, l'industria e l'agricoltura.
Nel 1253, Hulagu (1217-1265), il nipote di Genghis, il cui impero andava dalla Cina alla Turchia, sottomise la Persia intera e mise fine a 5 secoli di regno abbasside. I successori di Hulagu, che presero il titolo di Ilkhan, stabilirono la loro capitale a Tabriz. Non avendo alcuna competenza a governare i loro sudditi sedentari,gli Ilkhanidi (1253-1335) affidarono l'amministrazione ai visir iraniani, scelta che aiutò il mantenimento della cultura persiana. La morte di Ilkhan Abou Saïd nel 1335 portò la divisione dell'impero mongolo di Persia ed alcuni capi locali si dichiararono indipendenti:i Sarbedarani (1337-1381) nel Khorassan e i Mozaffaridi (1340-1392) nel Fars e nel Kerman.
Queste dinastie durarono poco poiché un'invasione di nomadi turco-mongoli, con a capo Tamerlan (1336-1405), s'infranse sulla regione. Tamerlan devastò molto al suo passaggio e portò gli stessi mali dei Mongoli, ma i suoi successori,i Timuridi (1381-1505), si trasformarono in veri mecenati. Come sotto gli Ilkhans e ancor di più rimaneva brillante la vita intellettuale ed artistica, di cui Shiraz ed Herat ne furono i focolari.
Nel corso del 15° secolo delle nuove onde di nomadi Turcmeni, provenienti da Anatolia, arrivarono in Iran. Si disputarono il potere a nord-ovest che conobbe un'evoluzione storica diversa. La dinastia dei Qara Qoyunlu (1275-1468) si installò a Tabriz, fu eliminata in seguito dagli Aq Qoyunlu (1434-1514) dispersi a loro volta nel 1501 da una terza dinastia turca, quella dei Safavidi, che si impose nell' Azerbaigian e riuscì a conquistare tutto l'Iran.
La dinastia safavide (1501-1722) raggiunse la sua età d'oro sotto Shah Abbas il Grand (1571-1629) che fondò uno Stato centralizzato con un'amministrazione efficace e affermò la potenza del paese. Sviluppò il commercio ed i contatti con l'Europa e fece costruire la sua nuova capitale, Isfahan, trasformandola in una delle più belle città del mondo. Il suo regno si manifestò con l'emergere di un'architettura e di un'arte fiorente. Numerosi monumenti esistono ancora oggi, e fra i più belli, sono di questo periodo.I 999 caravanserragli che furono costruiti lungo le vecchie strade commerciali rimesse in attività.
Allora, l'adozione del chiismo come religione di Stato fu un elemento unificatore importante poiché permise di approfittare di un nazionalismo latente, ma portò il paese in conflitto diretto con i sunniti ottomani. A partire da questo momento, il chiisme restò la religione della maggior parte degli iraniani e permise all'Iran di conservare la sua dipendenza e la sua sovranità di fronte all'impero degli Otomani, rivendicando la tutela dei musulmani del mondo. Così, l'Iran aveva potuto imporsi come una forza potente religiosa contro i cosiddetti rappresentanti dell'islam. Due secoli di guerre intermittenti si susseguirono ed una grande rivalità economica tra i due paesi.
La sommossa afgana del 1722 rovesciò i Safavidi. Il regno afgano fu di breve durata, dal 1722 al 1729. brevemente restaurato, la dinastia safavide fu definitivamente sconfitta da Nader Shah, fondatore della dinastia afsharide (1735-1748). L'ultimo dei grandi conquistatori asiatici, Nader Shah riusci a scongiggere l'Afganistan, Delhi, Bukhara, Khiva, ecc. Ma sovrano dittatoriale e crudele, fu assassinato nel 1747. Una dinastia fondata da Karim Khan-é Zand e con base a Shiraz gli succedette. Monarca prudente e bonario, Karim Khan (1750-1772) instaurarono un tipo di governo più flessibile di quello dei suoi predecessori. Fu il solo re iraniano che rifiutò il titolo di "shah", preferendo quello più modesto di "vakil" (regente). La dinastia zand (1750-1794) fu battuta da una tribù turca,i Qajar (1795-1925), e la capitale fu trasferita a Teheran.
La storia dell'Iran del 19° ed all'inizio del 20° secolo è predominata dalla rivalità tra la Russia e l'Inghilterra, la prima desiderando raggiungere il Golfo Persico quindi l'India e la seconda sforzandosi di proteggere la strada delle India e fermare l'espansione russa. Queste due potenze divisero il paese in due zone d'influenza, Russes al nord e britannici al sud. Questi paesi riuscirono ad ottenere concessioni che davano loro il controllo delle principali risorse iraniane, grazie all'indifferenza dei re qajar. Questo dominio straniero sull'economia del paese causò sommosse presso i capi religiosi ed i partigiani delle riforme. Questi movimenti arrivarono nel 1906 ad una rivoluzione che condusse all'instaurazione del primo Parlamento e l'adozione di una costituzione nel 1907, che garantisce la compatibilità delle leggi con la dottrina sciita.
Nel 1921, un colpo di stato permise a Reza Khan,un colonello influente dell'esercito qajar, di diventare primo ministro e nel 1925, dopo avere destituito l'ultimo shah qajar, si proclamò Shah dell'Iran, fondando la dinastia dei Pahlavi (1925-1979). Reza Shah intraprese a modernizzare il paese in modo autorevole: l'insegnamento, l'agricoltura, l'industria, la rete stradale ed il sistema sanitario furono sviluppati, i collegamenti aerei furono creati e la ferrovia fu costruita. Se il regno di Reza Shah (1925-1941) portò uno sviluppo certo e l'abrogazione dei privilegi accordati ai paesi stranieri, fu segnato anche dall'instaurazione di uno stretto controllo poliziesco. Reza Shah intraprese la laicizzazione della società. Così tentò di ridurre il potere del clero e di togliere l'uso della sciarpa e dello chador a beneficio degli abiti occidentali.
Nel 1941, Reza Shah, sospettato dai britannici e dai sovietici di essere a favore delle potenze dell'Axe, fu costretto ad abdicare e suo figlo, Mohammad Reza (1941-1979), di 22 anni, gli succedette. Recuperò il potere assoluto, ma al prezzo di un totale assoggettamento alI'Occidente. Uno degli eventi importanti che segnano il suo regno fu la nazionalizzazione del petrolio. In Iran, il petrolio fu scoperto nel 1908. Nel 1909, l'Anglo-Persiano Oil Company riacquistò la concessione e nel 1913 ottenne i diritti d'indagine, di esplorazione, di raffinamento e d'esportazione di tutto il petrolio.
Questo controllo britannico condusse ad una crisi politica nel 1951 quando il dottor Mossadeq, il primo ministro e capo del fronte nazionale, decise la nazionalizzazione dell'industria petroliera. Ma il successo crescente del movimento di Mossadeq, sostenuto dal pubblico, preoccupava gli ambienti petroliferi ed i monarchici, e nel 1953 un colpo di Stato, sostenuto dai britannici e dagli americani, rovesciò il suo governo e la società petrolifera fu nuovamente privatizzata. Ciò nonostante, la nazionalizzazione del petrolio diventò successivamente il simbolo della ripresa in mano dell'economia del paese da parte degli iraniani.
Nel 1962, Shah lanciò un tentativo di riforma economica e sociale destinata in particolare alla popolazione rurale, maggioritaria nel paese. Ma la ridistribuzione delle terre e le riforme che riguardava le donne causarono la rabbia dei grandi proprietari terrieri e degli ambienti religiosi. Nel 1964, il sovrano approvò un progetto di legge accordando l'immunità giuridica ai soldati americani presenti in Iran. Lo stesso anno, l'ayatollah Khomeini, le cui critiche nei confronti del governo erano diventate sempre più dure, fu esiliato (dal 1964 al 1979). Tutti quest'eventi causarono grandi proteste popolari dove gli universitari ed il clero erano in prima linea, e comportarono una repressione rigorosa su quest'ultimi.
Durante la dinastia pahlavi l'Iran aveva conosciuto un fortissimo sviluppo industriale finanziato principalmente dai redditi petroliferi. Il successo economico fece relegare in secondo piano i problemi socio-politici. L'arrivo massiccio di petrodollari nel 1973 permise di intraprendere una vasta espansione industriale, ma questa non era orientata per soddisfare le necessità immediate del paese. A questi problemi si aggiunse un esodo rurale massiccio che non fece che ampliare le zone povere delle grandi città. Nel 1977, il costo della vita e la vendita in perdita del petrolio forzarono il governo ad interrompere alcune riforme sociali per finanziare i progetti di costruzione ed i comandi d'armamento.
Questa situazione favorì l'opposizione e le manifestazioni si moltiplicarono, richiedendo apertamente il ritorno dell'ayatollah Khomeini. Durante tutto l'anno 1978, delle sommosse violente e degli scioperi si misero in moto, paralizzando le amministrazioni ed il settore industriale ed interrompendo le stesse esportazioni petrolifere da cui dipendeva l'economia intera.
Il 16 gennaio 1979, Shah fu costretto a lasciare il paese. Il ritorno dello ayatollah Khomeini, il 1 febbraio 1979, fu accolto con entusiasmo ed iniziò l'ultima fase dell'instaurazione di un regime islamico. Questa vittoria fu ratificata a seguito del referendum del 1 aprile dello stesso anno con una maggioranza del 98,2%.
Quasi immediatamente il nuovo regime, imputato di propagare la rivoluzione islamica, si trovò in opposizione con il resto del mondo. La giovane repubblica islamica era ancora ben lontana d'avere regolato i suoi problemi interni che l'Iraq con la complicità delle grandi potenze mondiali invase, nel 1980le frontiere iraniane allo scopo di rovesciare la repubblica islamica. Ma lungi da causare un crollo del governo iraniano, l'attacco iracheno creò un'unione attorno al regime dell'imam Khomeini e la resistenza iraniana risultò dura. I combattimenti continuarono fino al 1988 quando l'Iran accettò la risoluzione 598 dell'ONU che chiedeva una tregua. Il bilancio di otto anni di combattimenti fu molto pesante: circa 300.000 vittime, danni materiali considerevoli, migliaia di profughi ed un'economia fragile.
Vita quotidiana
L'esistenza quotidiana dei Persiani è disciplinata da tradizioni religiose e sociali profondamente radicate, come pure da fattori naturali e climatici. I lavori quotidiani, le attività di riposo, i giorni di festa e di lutto portano il segno della lunga storia della popolazione dell’altopiano iraniano. A queste abitudini comuni vengono naturalmente ad aggiungersi delle usanze locali che variano da una regione all'altra ed a seconda che ci si trovi in città o in campagna.
Svolgimento di una giornata
In Iran, la maggior parte della gente si alza prima dell'alba per la preghiera. Nelle città, il principale periodo d'attività è la mattina; gli uffici e le amministrazioni aprono verso le 8,00 del mattino per chiudere alle 14,00. I contadini allo stesso modo, si alzano particolarmente presto e fanno la maggior parte del loro lavoro nella mattinata. La vita dei nomadi è anche regolata, in generale, dallo spostamento del sole; si alzano all'alba e vanno a dormire poco dopo il crepuscolo. Il pranzo, che è il pasto principale, si fa a mezzogiorno. È seguito da un periodo di riposo; quindi il lavoro riprende fino al calar del sole.
Una volta, dopo il calar della notte, gli uomini si riunivano spesso al centro del villaggio o nelle località più importanti, al caffè o sala da tè. Dove fumavano e bevevano del tè chiaccherando con i loro amici o ascoltando narratori (naqqal). Le donne si riunivano abitualmente a parte. Attualmente, la maggior parte della gente passa alcune ore del tardo pomeriggio con la loro famiglia o con degli amici, e cena verso le nove della sera.
Abbigliamento
Nelle grandi città, la maggior parte degli uomini è al giorno d'oggi vestito all'europea con molte variazioni locali. Nei villaggi, si portano ancora abiti tradizionali con alcune modifiche di dettagli che differiscono secondo le regioni. Nella campagna, è in generale di colori vivi. Le donne portano di solito un abito su un pantalone, e le contadine hanno a volte una sciarpa sulla testa ed uno chador che li copre interamente, dalla testa ai piedi.
A Teheran e nelle grandi città, la maggior parte delle donne è vestita all'europea. Tuttavia, per recarsi nei luoghi santi o nella moschea, mettono uno chador. I capi e gli allievi delle scuole religiose portano sempre un turbante bianco comune, ma nero per i discendenti del profeta. La maggior parte degli uomini delle province orientali e del Kurdistan si mette anche il turbante. I contadini mettono sul capo abitualmente un tipo di calotta. Nelle regioni settentrionali, mettono berretti di pelle.
Vita di famiglia
la base della società Persiana è la grande famiglia, che comprende non soltanto i genitori ed i loro bambini, ma anche i nonni e gli zii, zie e cugini. Succede spesso che numerosi membri della stessa famiglia vivono sotto lo stesso tetto; ed anche quando non è il caso, restano collegati da legami stretti. La vita sociale si svolge soprattutto all'interno della famiglia, e quando un matrimonio ha luogo, tutti i parenti del nuovo coniuge si integrano nel gruppo familiare.
Nella famiglia persiana, il padre usufruisce di un rispetto e di un'autorità considerevoli; tuttavia, è attorno alla madre che si organizza la vita familiare. I genitori si occupano dei loro bambini non soltanto fino all'età adulta ma anche dopo il loro matrimonio, fino a che siano completamente sistemati nella vita. La giovane sposa di solito va a vivere nella casa della famiglia di suo marito. I bambini, che crescono nell'ambito di queste famiglie ampie, si sentono in sicurezza. I legami familiari sono, con i legami religiosi, la base essenziale della coesione e della stabilità della società persiana dove svolgono un ruolo capitale.
La donna
Per comprendere la situazione della donna in Iran, non bisogna dimenticare che la società qui è in confusione. Nonostante l'evoluzione dei costumi, l'iraniana conserva in molti domini i riflessi dei suoi antenati. Il suo mondo è un universo un po'diverso dal vostro. In Iran le donne possono mescolarsi alla vita pubblica; andare al cinema, al concerto, ai club sportivi e culturali. Per esse, le distrazioni familiari sono molto importanti; feste, matrimoni, passeggiate in famiglia, picnic. Si ricevono anche tra esse, parlando di cose utili, bevono del tè, fumano il narghillè, rubacchiando parole galanti ed a volte ballano.
Fin dal 1963, il diritto di voto è stato accordato a tutte. Nel 1967, i diritti civici furono riconosciuti loro: Possono anche lavorare senza l'accordo del loro marito. Fin d'ora numerose carriere sono aperte alle iraniane.
Da un capo all'altro dell'Iran, le donne attendono alle loro occupazioni, coperte dallo chador, un ampio tessuto spesso di colore scuro, leggero, che copre tutto il corpo,dai piedi fino alla testa. Va segnalato che lo chador non era mai obbligatorio in Iran, ed oggi non lo è neppure. Non è l'innovazione della repubblica islamica; basta infatti vedere le pitture storiche del paese per capire che le donne non lo hanno improvvisamente adottato nel 1979. Prima della rivoluzione, le donne che portavano lo chador erano più numerose!
Le iraniane della vecchia generazione non accetterebbero di uscire senza il loro chador. Il velo è un simbolo di rispettabilità al quale molte tengono ancora; è una questione di buona creanza . Le contadine, per lavorare, incrociano i lati sul petto e li legano attorno al collo. In Iran, la maggior parte delle donne mette lo chador volontariamente, coloro che sono costrette, dal loro marito o dall'amministrazione dove lavorano, sono rare. Questo riflesso tende del resto a sparire nelle grandi città in primo luogo. Le ragazze d'oggi preferiscono la sciarpa.
I turisti sono sorpresi dalla gentilezza,la vivacità e la naturalezza delle giovani donne che vengono a fare loro molte domande ed a chiedere loro di fare fotografie con loro. Questo cancella certamente dallo spirito del viaggiatore la cattiva impresssione che danno i mass media stranieri sulle iraniane.
Il matrimonio
Il matrimonio porta ai giovani una nuova vita. Al giorno d'oggi, in generale i giovani si scelgono e si mettono d'accordo, in anticipo (specialmente nelle grandi città) sul matrimonio, in seguito il giovane uomo chiede ai suoi genitori di rivendicare ufficialmente la mano della sua benamata. I genitori chiedono dunque a quelli della ragazza di fissare un appuntamento (il primo appuntamento si chiama "khaste-gari"). Se la proposta è autorizzata, le famiglie si incontrano, si parlano, e danno il permesso ai giovani di esprimere anche il loro parere.
Dopo la prima visita, i genitori della ragazza iniziano a fare un'indagine sul ragazzo. Chiedono informazioni ai suoi vicini, ai suoi amici ed ai suoi colleghi. Se le risposte sono soddisfacenti, danno il loro consenso ai genitori del ragazzo. A partire da questo momento, i giovani diventano fidanzati. Le famiglie si danno un altro appuntamento per fissare il prezzo che dovrà pagare lo sposo nel caso in cui gli sposi divorziano e la data del matrimonio (il secondo appuntamento si chiama "mahr boran": assegnare il prezzo). I fratelli, le sorelle, gli zii, le zie ed i nonni dei fidanzati sono invitati per esprimere i loro pareri. È la famiglia della fidanzata che propone il prezzo. Se il prezzo del mahrieh conviene alla famiglia del fidanzato, le due parti stabiliscono un contratto, e si fissa in fine la data del matrimonio. Questa cerimonia, alla quale assistono soltanto i membri più anziani d'età della famiglia, ha luogo di solito nella casa della giovane donna.
La vigilia del matrimonio, c'è una festa che si chiama "Hana bandan" (letteralmente, mettere la henna). Per questa festa, i parenti sono invitati. Lo sposo si siede su una sedia circondato dagli invitati, e quindi qualcuno che è capace, gli mette la henna sulla testa e sulle mani. Gli altri cantano e ballano attorno a lui. È lo stesso protocollo per la sposa che viene realizzato a parte dalle donne.
Molte famiglie non danno grande importanza al mahrieh, in compenso alcuni propongono un prezzo così tanto esagerato che il fidanzato rinuncia al matrimonio, poiché se un giorno vuole divorziare, deve pagare la cifra tranne che non sia la moglie a rinunciare. Il mahrieh è confermato dall'islam ma l'interpretazione attuale è lontano dal suo significato originale: "la donna si offre nella sua totalità all'uomo dunque l'uomo gli è sempre obbligato." Può chiedere il mahrieh quando vuole, ma l'amore coniugale è così tanto forte che la donna non lo chiede eccetto nel caso di divorzio (anche in questo caso molte donne non se ne avvalgono).
Possono passare dei mesi prima che venga celebrato il matrimonio. È una buona occasione per conoscersi meglio. Di conseguenza, i fidanzati hanno il diritto di uscire insieme senza avere rapporti intimi, poiché può succedere che i fidanzati rinunciano al matrimonio e si separano. Secondo l'islam, prima del matrimonio, non si debbono avere relazioni sessuali: " quello che rallegra il cuore sembra bello agli occhi".
Qui, la dote non è obbligatoria ma tutte le spose la portano. È considerata come una sovvenzione da parte dei genitori della sposa per l'impianto ed il benessere della giovane famiglia. Le spese delle feste del matrimonio sono in generale pagate dallo sposo. Il giorno del matrimonio la cerimonia ha luogo nell'"ufficio di matrimonio" o a domicilio. La sposa attende che il mullah gli chiede il suo consenso. Dopo due rifiuti convenzionali, accetta la terza volta. Il matrimonio è così concluso per la procura. Gli sposi, i padri ed i tre testimoni devono firmare “l'opuscolo della famiglia".
In Iran il matrimonio è religioso e le tappe ufficiali si svolgono in un "ufficio di matrimonio" disciplinato da un mullah. Le cerimonie principali sono quelle degli sposalizi e della consumazione del matrimonio, cioè, normalmente, il momento in cui la giovane donna (la sposa) è condotta al suo nuovo focolare. In questo momento hanno luogo i più grandi divertimenti.
Il matrimonio ed il divorzio sono disciplinati da una stessa legislazione sia per gli uomini che per le donne. Nel 2003, c'era un divorzio su 10 matrimoni. In Iran, è molto mal visto l’essere poligamo benché sia autorizzato dall'islam. In questo settore, una grande evoluzione è stata realizzata. Attualmente, i poligami sono molto rari. Avere un’amante è considerato come una disgrazia, ma si preferisce a volte questa soluzione al divorzio.
Per la grande maggioranza, la sterilità resta un difetto molto grave ed innumerevoli ancora sono coloro che si consegnano a diverse cure mediche e alla preghiera per scongiurarla. Succede che una donna sterile chiede a suo marito di risposarsi per avere bambini, e succede a volte che è lei stessa a chiedere la mano di una ragazza per suo marito! Se la donna è sterile e il marito decide di risposarsi, conserva la sua prima moglie e non chiede mai il divorzio. In questo caso è la donna che aveva proposto.
I bambini
I bambini restano fino all'età di 7 anni sotto l'autorità esclusiva delle donne. Fino allora, non si chiede loro molto. Gli iraniani adorano i piccoli ed i genitori si danno un gran da fare per garantire loro istruzione e benessere. Le famiglie della nuova generazione non hanno che uno o due bambini per mantenere un tenore di vita ragionevole: è facile fare bambini, ma difficile educarli.
Agli occhi degli iraniani, la famiglia conserva un'importanza considerevole. È per questo che si trova un angolo riservato alle famiglie in alcuni ristoranti. Nelle sale da tè delle campagne, a tal fine nei giardini sono disposti ai lati. È una comodità che si mette a disposizione dei clienti. In Iran, l'individuo non è mai isolato. È legato da un insieme di doveri e di diritti a questa Comunità abbastanza ampia dove tutti sono solidali.
La casa
La disposizione della casa cittadina rivela le stesse preoccupazioni. Tappeti coprono il suolo. Questa comodità a contatto con il suolo è purtroppo disconosciuta dalla gente agiata che ammucchiando i "mobili", massicci ed eccessivamente ornati fa a gara per creare invidia. In generale, nelle case in cui il suolo è coperto dal tappeto, la destinazione degli spazi non è bene definita; ciascuna può fungere di volta in volta da camera da letto, da sala da pranzo o da salone.
Prima della produzione del petrolio e del gas, gli iraniani si servivano del korsi. Il korsi iraniano è un dispositivo originale che permette a tutti di passare la cattiva stagione senza problema. Immaginate un bracere sul quale è posta una tavola bassa, coperta di una copertura immensa.Rari sono i villaggi dove il korsi è ancora utilizzato.
Meno di un secolo fa, il biruni, appartamento del padrone dove trattava i suoi affari, era rigorosamente separato dallo andaruni, settore della famiglia, quest'ultimo privato ai piccoli ragazzi e case per gente importante. Questi domestici speciali appartenevano soprattutto ai commercianti molto ricchi che alloggiavano i carovanieri ed ai dignitai di alto rango che ricevevano i funzionari. Benché quest'abitudine non sia più seguita attualmente, la parte della casa dove si tiene la famiglia e le parti di ricevimento sono sempre distinte.
L'iraniano riserva sempre le più belle parti della sua casa ai suoi ospiti anche se ciò significa che non serviranno spesso. Nelle case più modeste, c'è sempre almeno una camera per gli ospiti. La disposizione tradizionale della casa è stata naturalmente modificata, ma la separazione tra le parti dove vive la famiglia e quelle dove gli ospiti sono ricevuti è stata conservata.
Gli iraniani gradiscono i fiori ed i giardini, ed anche nei corsi di piccola dimensione, si trovano alcuni alberi, dei fiori ed un bacino. Durante la stagione calda, dopo il giorno di lavoro, gli iraniani passano di solito il pomeriggio nelle stanze fresche dello scantinato e dormono sul tetto nel terrazzo o nel cortile.
I riti funebri
Pur conservando un carattere di semplicità, le cerimonie funebri sono in generale minuziosamente regolate. Il defunto immediatamente è portato via dai suoi parenti ed dai suoi amici al cimitero; quindi è trasportato e sepolto. Secondo i precetti islamici, questi riti devono essere compiuti in modo quanto più semplice e rapido possibile. Servizi regolari sono in seguito celebrati alla memoria del defunto; ci si riunisce nella moschea, o nella casa del defunto, dove si legge il corano per l’anima del defunto. Cerimonie commemorative hanno luogo dopo il decesso: il terzo,il settimo ed il quarantesimo giorno,in seguito tutti gli anniversari. I parenti più stretti e gli amici si recano nella tomba dove si leggono nuovamente i versi del corano, ed elemosine vengono distribuiti ai poveri.
Il primo incontro
in Iran, tradizionalmente gli uomini abbracciano gli uomini e le donne abbracciano le donne, ma gli uomini non abbracciano mai le donne, e viceversa, eccetto se sono di una stessa famiglia.
Gli uomini non danno neppure la mano alle donne, e viceversa, eccetto se sono di una stessa famiglia. Tuttavia, quest'ultima non è una norma rigorosa e può variare da una famiglia all'altra. Dunque, all’inizio, i turisti non devono tendere la mano a qualcuno che non è del loro sesso, ma invece se un iraniano o un'iraniana tendono la mano ad uno (una) turista, può rispondere senza alcuna preoccupazione.
Sala da tè
In passato, le sale da tè costituivano il centro della vita sociale della gente che vi passava il loro tempo libero e faceva circolare novità e pettegolezzi. Ma ai giorni d'oggi questo ruolo ha perso la sua importanza, ma è sempre un luogo di ritrovo della gente per distrarsi ed a volte comunicarsi le notizie.
Precedentemente, per attirare la clientela, la sala da tè era un luogo di manifestazioni culturali ed artistiche popolari fra le quali si può citare "Shah Nameh khani", citazione e rappresentazione di alcune parti del "Libro dei Re" (Shah Nameh), del più grande poeta epico iraniano Ferdousi (940-1020),delle letture di poemi o di racconti, pezzi teatrali e divertenti dimostrazioni con gli animali, tradizione che con il tempo è andata svanendo.
La letteratura popolare è abbondante nel persiano e nei numerosi dialetti. Esistono forme di teatro abbastanza rudimentali e più o meno improvvisate, farse, teatro d'ombra e di marionette. La letteratura narrativa e la poesia hanno più importanza. I resoconti del “Libro dei Re” sono ben noti al popolo grazie a dei narratori professionisti (naqqal) che, in alcune sale da tè, li narrano durante la giornata ad un pubblico attento.
Per salvaguardare le vecchie tradizioni, si è creato un certo numero di questi caffè che accolgono la loro clientela nello stesso modo di una volta. Molte residenze tradizionali e di hammam si sono trasformate in sale da tè.
Numerose religioni sono sorte in Persia dove si sono stabilite. In generale, si può fare una distinzione tra le religioni dette "iraniane", che sono originarie del paese, e l'Islam che è la religione della Persia dal 7° secolo. Fra le religioni iraniane, la più importante è lo zoroastrismo.
Oggi, ai sensi dell'articolo 12 della costituzione, "la religione ufficiale dell'Iran è l'Islam ed il rito é quello del sciismo dodecisimo." Gli altri rami islamici cosi beneficiano di un rispetto totale."Quasi il 99% degli iraniani sono musulmani di cui il 91% sciita e il 7,8% sunnita." Cosi l'articolo 13 della costituzione stipula: "gli iraniani zoroastriani, ebrei e cristiani sono le sole minoranze religiose riconosciute che, nel limite della legge, sono libere di compiere i loro riti religiosi."
Le minoranze religiose beneficiano d'altra parte del diritto di voto e possono eleggere direttamente i loro rappresentanti alla camera dei deputati. Possono anche partecipare alla vita politica, sociale ed economica del paese. Si contano lo 0,7% di cristiani (stabiliti per lo più ad Orumieh, Teheran ed Isfahan), lo 0,1% di Zoroastriani (che vivono soprattutto ad Yazd ed a Kerman), lo 0,3% di ebrei, e lo 0,1% seguaci di altre religioni.
Se il potere durasse nel tempo, tu non acconsentiresti!
La cronologia delle dinastie in Iran
Il periodo antico |
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Gli Elamiti | 2000-640 a.C |
I Medi | 708-550 a.C |
L’ Achemenidi (primo impero persiano) | 550-330 a.C |
L'invasione greca | 330 a.C. |
I Seleucidi (periodo ellenistico) | 330-250 a.C |
I Parti | 250 a.C- 224 d.C. |
I Sassanidi | 224-642 |
Il periodo islamico |
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La conquista araba | 633 |
Gli Omayadi | 661-750 |
Gli Abbassidi | 750-945 |
alcune dinastie locali che chiedevano l'indipendenza dall'Iran |
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I Tahiridi | 823-873 |
I Saffaridi | 871-910 |
I Samanidi | 902-999 |
I Ziyaridi | 928-1051 |
I Buidi | 934-1055 |
I Turchi dell'Asia centrale ed i Mongoli |
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Ghaznavidi |
976-1040 |
Selgiuchidi |
1039-1128 |
Kharazmshahidi |
1127-1230 |
invasione mongola |
1220 |
Ilkhanidi (i successori di Genghis) |
1253-1335 |
Timuridi (i successori turco-mongoli di Tamerlano) |
1381-1505 |
alcune dinastie locali |
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Qara Qoyunlu (Turcmeni) |
1275-1468 |
Aq Qoyunlu (Turcmeni) |
1434-1514 |
Mozaffaridi |
1340-1392 |
Safavidi (riunificazione dell'Iran con questa dinastia turca) |
1501-1722 |
Gli Afgani |
1722-1729 |
Afsharidi (Turcmeni) |
1735-1748 |
Zandi | 1750-1794 |
Qajar (Turchi) |
1795-1925 |
Il periodo contemporaneo |
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Pahlavi (l'ultima dinastia) |
1925-1979 |
La fine di 25 secoli di monarchia e la proclamazione della repubblica islamica |
Il bazar è uno dei capolavori dell'architettura iraniana. In tutte le città dell'Iran, ci sono bazar. Precedentemente i bazar erano situati nel centro e costituivano la via commerciale della città. Oggi i bazar che hanno conservato questo ruolo sono rari.
Precedentemente i bazar erano costruiti da una via principale e da molte vie trasversali. Da ogni lato del viale c'erano viuzze parallele a quest'ultimo, denominate "viuzze di caravan". La via principale del bazar dava in generale sulla strada che conduceva all'entrata principale della città ed i caravanserragli si costruivano tra la via principale e le viuzze di caravan. Così i caravan arrivavano direttamente ai caravanserragli e ne uscivano dallo stesso. La norma islamica della concentrazione dei commerci in un luogo unico, della loro segregazione per professioni in alcuni bazar, è ancora rispettata. I bazar sono sempre il centro della vendita dell'artigianato ed il luogo più animato della città.
Il più grande bazar dell'Iran è quello di Tabriz. Indipendentemente dal circuito scelto, i turisti possono vedere ancore le vestigia dei caravanserragli che delimitano le vecchie strade commerciali nascoste spesso dalle strade attuali. All'epoca achemenide (550-330 a.C.) Dario fondò il primo servizio postale costruendo strade moderne segnate da caravanserragli che servivono da tappe per i viaggiatori ed i fattori. Se i più vecchi che esistono, sono del periodo sassanide (224-642 d.C.), la maggior parte di quelli che sono ancora esistenti ed in buono stato risalgono al regno di Shah Abbas (1598-1629) che ne ha fatto costruire 999. Nella città, fiancheggiavano spesso il bazar in modo da facilitare il trasferimento delle merci direttamente dagli animali ai banchi di lavoro. Si apprezza la calma dei loro piccoli corsi, decorati da un piccolo bacino a getti d'acqua delimitato da alcuni alberi.
Popolazione, gruppi etnici, le loro lingue e le loro religioni
Secondo le statistiche del 2005, la popolazione totale dell'Iran è passata a 67.700.000 abitanti di cui 65% in zona urbana e 210.000 di nomadi migranti. Questo dà una densità di 40 abitanti al km². La crescita della popolazione urbana durante questi ultimi 30 anni è del 600%. La maggior parte dei cittadini abita le grandi città come Teheran, Mashad, Isfahan, Tabriz e Shiraz.
Il tasso d'aumento della popolazione in Iran è di circa il 1,24%.Il 50% degli iraniani hanno meno di 25 anni, quindi la piramide delle età mostra una delle più giovani popolazioni del mondo.
Gruppi etnici
La posizione dell'Iran all’incrocio dei paesi arabi, della Turchia, dell'Asia centrale e dell'India, ha fatto in modo che le frontiere instabili dei vecchi imperi iraniani abbiano composto un vero mosaico etnico. Sono soprattutto i movimenti provenienti dall'Asia centrale che hanno esercitato la più grande influenza sulla composizione etnica del paese, inizialmente le tribù ariani, d'origine indoeuropee, arrivate dopo il 2° millennio a.C. e quindi le tribù turche, mongole e Turcmeni arrivate dopo il 10° secolo.
Ancora oggi l'Iran è come un impero, che riunisce popoli molto diversi di lingue diverse, ma che sono amalgamati dall'impiego crescente del farsi (il persiano), e che evolve ciascuno secondo un processo conforme alle proprie particolari attitudini. Storicamente l'Iran esisteva prima dell'arrivo degli iraniani (Ariani). Gli iraniani hanno dunque imposto la loro religione, la loro lingua, i loro costumi ed il loro nome ad una popolazione originale di cui hanno tuttavia raccolto l'eredità culturale e molto certamente etnica.
Le minoranze iraniane sono i Turchi azeri (16,8%), i kurdi (9,1%),i Ghilaki (5,3%), i Luri (4,3%), gli Arabi (2,2%),i Baluci ed i Turcmeni. Molte province, come Fars, l'Azerbaigian, Kurdestan, Ghilan, Lurestan e Balucestan portano il nome del gruppo dominante che vi abita.
I Persiani
I Persiani costituiscono il 45,6% della popolazione iraniana e sono dispersi nella maggior parte delle province. La lingua ufficiale dell'Iran è il farsi che è la sola insegnata a scuola. I Persiani parlano il farsi che fu precedentemente il dialetto della provincia di Fars (la forma arabizzata di Parte), da qui il suo nome. Circa il 70% degli iraniani parla attualmente il persiano ed i suoi dialetti. I Persiani sono sciiti o zoroastrici. Le minoranze etniche utilizzano il farsi come lingua ufficiale, ma tra esse, parlano il loro dialetto d'origine.
Gli Azeri
I Turchi azeri formano la minoranza etno-linguistica più importante dell'Iran. Si incontrano nella parte del nord-ovest del paese, soprattutto nell’Azerbaigian dell’est, nell’Azerbaigian dell'ovest, nell’Ardebil, nello Zanjan e nel Qazvin.Gli Azeri aderiscono al culto sciita e parlano l’azeri, un idioma derivato dal Turco.
I kurdi
Oggi la popolazione kurda è distribuita principalmente in Turchia, in Iraq, in Iran ed in Siria. La maggioranza dei kurdi si è insediata nelle province occidentali del Kermanshah, del Kurdestan, dell’Ilam e dell'Azerbaigian dell'ovest. D'origine iraniana, i kurdi parlano il kurdi, derivato dal persiano, e sono per la maggior parte di confessione sunnita.
I Luri
I luri, d'origine iraniana, si trovano soprattutto nel Lurestan, nel Ciamahal va Bakhtiari ed nel Kohkiluyeh va Boer Ahmad. I luri si esprimono in luri, un dialetto persiano, e praticano il culto sciita.
I Baluci
I Baluci si sono stabiliti a sud-est estremo dell'Iran (nel Sistan va Balucestan). Parlano il baluci, un dialetto derivato dal persiano, e si sono convertiti al sunnismo.
Gli Arabi
Gli Arabi sono presenti sulle coste del Golfo Persico e vivono soprattutto nel Khuzestan. Gli Arabi costituiscono il 2,2% della popolazione totale del paese. La maggioranza degli Arabi ha adottato il sunnismo. Parlano un dialetto derivato dall'Arabo.
I Turcmeni
I popoli dell'Asia centrale sono ancora rappresentati dai Turcmeni che abitano nel nord-est estremo dell'Iran, vicino a Turcmeno Sahra (nelle province del Golestan e Khorasan). I Turcmeni sono simbolo di gruppi molto originali del paese. Parlano un dialetto turco, e contrariamente agli altri gruppi di lingua turca, sono sunniti.
Gli altri gruppi etnici
I gruppi neri che si sono dispersi sulla costa sud dell'Iran sono i discendenti del commercio degli schiavi che si praticava precedentemente con Zanzibar. Le minoranze indiane, che restano al sud, sono i discendenti dei commercianti indiani che risiedevano in Iran. Quanto agli Hazaras circondati delle catene orientali, nessuno sa se si siano lasciati insediati durante le invasioni dei mongoli,o siano stati i primi ad occupare queste montagne.
Restano le minoranze, risultato di deportazioni, gli Armeni. Gli Armeni sono numerosi nell’Azerbaigian dell'ovest e ad Isfahan. Sono più numerosi ancora da quando hanno trovato in Persia l'accoglienza che i Turchi loro rifiutavano. All'inizio del 17° secolo, Shah Abbas trasferì tutta la città armenia di Jolfa nel sobborgo di Isfahan per garantirsi il contributo di quest'artigiani astuti ed accorti. Non si mescolano con altri gruppi e possiedono la loro lingua e le loro chiese.
Le differenze che gli iraniani distinguono tra loro sono basate più su distinzioni di lingua e di costumi che su concetti etnici. Lo straniero avrà un po'di difficoltà ad identificare i diversi gruppi, da quando nel 1936 Reza Shah ha imposto a tutti, cittadini e contadini, di portare l'abito europeo. Del resto le distinzioni tribali sono scomparse con lo sviluppo del paese, è per questo che le frontiere etniche sono sempre più difficili da delimitare.